Controversia per l’assegnazione di un nome a dominio.it

Domini: generalità e la nascita di controversie

La navigazione su internet è garantita dall’univocità dei domini, ossia quella parte di stringa che, collocata nell’URL di un sito, consente a quest’ultimo di vantare l’unicità. Ma che cos’è un dominio? Come viene registrato? E come muoversi nel caso in cui possano insorgere controversie riguardanti l’assegnazione dei domini stessi? Procediamo per gradi.

In primo luogo, è essenziale chiarire il significato di “dominio”, evidenziando le differenze sussistenti tra domini di primo livello, secondo livello e via discorrendo. Quando si parla di “nome di dominio”, ci si riferisce a una o più stringhe separate da dei punti. Il nome di dominio, indipendentemente dalla sua entità, dalla sua lunghezza e dalla sua tipologia, è registrato secondo le regole prestabilite dal DNS, noto come Domain Name System.

All’interno del DNS, sistema adoperato appositamente per l’assegnazione univoca dei nomi ai nodi della rete, sono presenti i nomi di dominio esistenti. Entrando ancor più nel dettaglio, una prima distinzione va fatta in merito al livello di approfondimento del dominio stesso. Si parla di “dominio di primo livello” (anche noto come “TLD”, “Top Domain Level”) quando ci si riferisce a quella parte del dominio stesso collocata alla sua estrema destra, dopo il punto separatore. Prendendo come esempio uno dei siti più noti a livello globale, YouTube, il cui URL completo può essere trascritto nella forma “www.youtube.com”, il dominio di primo livello, in questo caso specifico, corrisponde alla dicitura “com”, separata dalla stringa precedente da un punto.

Procedendo con la distinzione tra i domini, si parla di “dominio di secondo livello” quando il primo livello è associato a una parte ulteriore della stringa che lo precede. Tornando all’esempio di YouTube, il dominio di secondo livello della più celebre piattaforma di contenuti multimediali è dato dalla dicitura “youtube.com”. Alla luce di ciò, per intuizione si desume che un dominio di terzo livello è formato da tre diciture differenti (separate da due punti), che un dominio di quarto livello vanta quattro diciture, che un dominio di quinto livello ne vanta cinque e così via.

Avendo chiarito le questioni riguardanti la lunghezza e l’ampiezza dei domini, viene da chiedersi: come registrare un dominio in modo legale ed efficace? E come evitare che si possa incappare in una controversia riguardante l’assegnazione del dominio?

Procedendo nuovamente per gradi, le operazioni alla base dell’assegnazione di un dominio prevedono innanzitutto una ricerca più o meno approfondita di un sito che garantisca l’acquisto e la concessione di domini. A tal proposito, gli utenti possono acquistare il dominio desiderato direttamente sulla nostra piattaforma, facendo affidamento su prezzi estremamente concorrenziali. Il dominio potrà essere acquistato in pochi e semplici passi, pagando la somma prevista utilizzando una carta di credito, debito, una prepagata o un portafoglio elettronico (es.: PayPal).

Abbiamo quindi sottolineato quelli che sono gli aspetti generici inerenti alla sottoscrizione di un dominio. Tuttavia, non sono pochi i casi in cui la procedura di assegnazione del dominio stesso possa essere oggetto di una controversia legale. Per quale motivo un domino dovrebbe essere al centro di una disputa di natura legale e burocratica? Si pensi, ad esempio, alla possibilità di usare un dominio semplice e caratterizzato da una stringa relativamente corta, meglio ancora se d’impatto; il sito che utilizzerà un dominio di questo tipo avrà maggiori probabilità di essere individuato e ricercato all’interno dei motori di ricerca principali, poiché questi ultimi, in seguito a una ricerca online da parte degli utenti, saranno più propensi ad effettuare l’accesso su siti dai domini facilmente riconoscibili, dalle stringhe maggiormente in vista.

Durante la registrazione di un dominio, dunque, può capitare che due parti differenti arrivino a reclamare il diritto di fare uso dello stesso dominio. Si tratta di una questione estremamente spinosa da risolvere, specie per i tempi che corrono: ad oggi i siti web detengono un’importanza capitale sul piano commerciale, poiché la registrazione di un dominio d’impatto, come specificato in precedenza, può comportare una maggiore visibilità online, garantendo in maniera consequenziale un numero più elevato di visite e accessi ai siti.

Detto ciò, come procedere in casi di controversia tra le parti? Come risolvere una simile disputa attorno a un dominio “.it”?

L’apertura della procedura di opposizione

L’assegnazione di un dominio internet è una questione di grande rilevanza sul piano commerciale. Abbiamo visto, però, come due soggetti differenti possano arrivare a rivendicare il possesso (e, di conseguenza, l’utilizzo) dello stesso dominio, che sia per scopi commerciali o puramente informativi. Come porre fine alla diatriba?

Il primo passo da compiere è quello di aprire la cosiddetta “procedura di opposizione”. La procedura in questione, indipendentemente dal soggetto promotore, è utile per porsi in una posizione prioritaria a fini burocratici. Si prenda come esempio l’eventualità in cui due soggetti differenti, denominati ipoteticamente “soggetto A” e “soggetto B”, rivendichino la proprietà del medesimo dominio. Tra i due, il soggetto B è colui che per primo decide di aprire la procedura di opposizione.

Nel momento in cui tale procedura prende piede, l’assegnazione del dominio, vero oggetto della controversia tra le parti, viene temporaneamente bloccata, sino a quando la controversia stessa non trovi una soluzione adeguata.

Il vantaggio legato alla possibilità di avvalersi della procedura suddetta in modo prioritario ha a che fare con il diritto di prelazione: per sua natura, la prelazione comporta una sorta di “diritto di preferenza”, una priorità di carattere legale. La prelazione può essere esercitata sul piano burocratico ed economico, come può avvenire, ad esempio, nel caso in cui l’acquirente di un servizio, per via di una posizione privilegiata (es.: una precedente sottoscrizione a un abbonamento), possa avere accesso a vendite anticipate, bonus e sconti di varia tipologia.

Se il diritto di prelazione, in ottica economica, si traduce in vantaggi legati ad acquisti, sconti e simili, in ambito legale si traduce nella possibilità di porsi in una posizione di “vantaggio” rispetto al soggetto contro il quale è stata avviata la controversia.

Avvalendosi del diritto suddetto, colui che ha proposto la procedura di opposizione possiederà maggiori diritti di prelazione in caso di nuova assegnazione del dominio. A questo punto, però, bisogna chiarire quelle che sono le modalità attraverso le quali dare vita alla procedura citata. Come muoversi in questi frangenti?

L’apertura della procedura di opposizione passa innanzitutto dalla formulazione di una richiesta scritta. La richiesta, caratterizzata da informazioni quali le generalità del mittente, il nome del dominio oggetto della controversia, le motivazioni riguardanti la nascita della disputa e i diritti che il soggetto richiedente ritiene possano essere stati lesi, andrà inviata direttamente al Registro generale dei domini.

Per poter compilare la richiesta, i soggetti interessati hanno a disposizione due soluzioni differenti: la prima è quella di scaricare un modulo apposito dal web legato alla presentazione di opposizione da parte di una persona fisica; la seconda, invece, riguarda più propriamente la presentazione di opposizione da parte di soggetti diversi dalla persona fisica, anch’essa realizzabile attraverso la compilazione di un modulo apposito.

Una volta avanzata la richiesta di procedura di opposizione, sarà strettamente necessario, da parte del richiedente, procedeure con un ulteriore rinnovo della stessa ogni 180 giorni. Il rinnovo può essere effettuato direttamente attraverso una raccomandata. Tuttavia, va precisato che l’intera procedura può subire uno stop nel caso in cui sia già in atto una procedura di riassegnazione, un giudizio o un arbitrato in corso. In questi casi, infatti, le operazioni di richiesta di opposizione vengono arrestate per far sì che i procedimenti già in atto volgano al termine.

Così come già osservato per la richiesta canonica della procedura, anche nell’ambito della procedura di rinnovo andranno compilati dei moduli appositi per la risoluzione della controversia da parte di una persona fisica o da parte di un soggetto diverso dalla persona fisica (i moduli sono scaricabili direttamente online). Va evidenziato, però, che la richiesta di rinnovo della procedura può essere ripetuta solamente per due volte.

La risoluzione della disputa: l’arbitrato irrituale

Una volta che la procedura di opposizione sarà stata aperta, è essenziale sottolineare che il soggetto promotore della procedura stessa non otterrà affatto che il dominio entri subito in suo possesso.

L’apertura della procedura, infatti, comporta la possibilità di accedere a due processi differenti per risolvere la controversia. I due processi rappresentano delle alternative (legalmente valide) per evitare di dover ricorrere all’intervento della magistratura. Di cosa stiamo parlando? Il primo processo prende nome di “arbitrato irrituale”, mentre il secondo è noto come “procedura di riassegnazione”.

Esaminandoli più nel dettaglio, si parla di “arbitrato irrituale” quando l’intera procedura di risoluzione della disputa viene affidata a un collegio esterno di arbitri. Ciò consente, come anticipato, di evitare che la risoluzione venga sottoposta all’intervento della magistratura ordinaria, tenendo presente che gli arbitri componenti il collegio arbitrale sono veri e propri esperti nell’ambito dell’assegnazione dei domini in questione (“.it”).

Al fine di poter accedere alla procedura di arbitrato irrituale, colui che intende proseguire con l’atto in questione dovrà sottoscrivere un’apposita clausola arbitrale. Solo in questo modo diviene possibile portare a termine l’iter alla base dell’avanzamento della richiesta suddetta. Va ricordato, a dovere di cronaca, che anche in questo caso la clausola arbitrale andrà compilata a seconda delle necessità del soggetto richiedente: se siamo negli interessi della persona fisica, la clausola da compilare avrà come oggetto la persona fisica; in caso contrario, avrà come oggetto soggetti diversi dalla persona fisica.

La risoluzione della disputa: la procedura di riassegnazione

L’arbitrato irrituale rappresenta una soluzione di assoluta validità dal punto di vista delle risoluzioni di controversie legate alla procedura di opposizione per l’assegnazione di un dominio “.it”. Una soluzione che, tra le altre cose, consente ai soggetti interessati di evitare di ricorrere all’intervento della magistratura. Un’alternativa altrettanto valida, però, è quella nota con il nome di “procedura di riassegnazione”. Ma cosa si intende per “procedura di riassegnazione”? E in che modo la procedura in questione differisce dall’arbitrato irrituale?

La procedura di riassegnazione consiste in una sorta di analisi condotta direttamente da studi appositi. Nello specifico, stiamo parlando di studi professionali che, anche noti come “PSRD” (“Prestatori del Servizio di Risoluzione delle Dispute”), avranno il compito di esaminare in modo accurato l’eventuale registrazione illecita di un dominio; al contempo, però, verrà vagliato anche lo status effettivo del mantenimento del dominio stesso: qualora quest’ultimo sia stato mantenuto in modo altrettanto illecito, la procedura di riassegnazione richiesta dalla parte lesa potrà andare incontro a un esito positivo.

Ricorrere alla procedura di riassegnazione comporta che il dominio oggetto della disputa possa essere riassegnato al soggetto che ha dato il via all’opposizione, tenendo presente che il processo in questione non esclude il possibile intervento dell’arbitrato irrituale o della magistratura. In ogni caso, va sottolineato che nel caso in cui la procedura arbitrale sia già stata avviata non è possibile dare il via alla procedura di riassegnazione qui descritta; e lo stesso vale nel caso in cui il soggetto promotore del procedimento sia in attesa di ricevere un giudizio pendente pronunciato da un giudice ordinario.

Una volta che la procedura di riassegnazione sia stata avviata, il nome del dominio potrà essere assegnato al nuovo proprietario entro i trenta giorni successivi al cambio di stato del dominio stesso. Quest’ultimo, infatti, passerà dallo status di “inactive” a quello di “toBeReassigned”, ed è all’interno di questo lasso di tempo (i trenta giorni citati) che la procedura di riassegnazione potrà essere portata a termine in modo efficace.

Nell’eventualità in cui la riassegnazione non venga portata a termine entro i trenta giorni citati, il dominio tornerà allo status di “inactive/toBeReassigned”. Ciò significa, di fatto, che il dominio stesso sarà nuovamente libero per poter essere assegnato a un nuovo proprietario, e colui che per primo avanzerà una richiesta di acquisto avrà il diritto di prelazione sugli utenti meno rapidi.

Sempre valida la distinzione tra la procedura di richiesta di riassegnazione da parte di una persona fisica e la procedura da parte di soggetti differenti dalla persona fisica.

Nel momento in cui il registrante, ossia il proprietario di un dominio, venga interessato da una procedura di opposizione effettiva, è possibile avanzare direttamente una richiesta di cancellazione immediata del nome del dominio stesso (anche in questo caso vale la distinzione tra persone fisiche e soggetti differenti dalla persona fisica).

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